Perché le parole, purtroppo, non sempre diventano realtà.
"Italiani bla bla bla", dice lo spagnolo con cui stiamo parlando di Italia, di cammini, di esperienze varie.
Il primo impulso è offendersi, ma ci fermiamo per comprendere cosa intenda dire. Gli italiani si gonfiano con le loro parole, si narrano migliori di quanto siano realmente: di questo ci accusa Josè. E forse non ha tutti i torti. L'Italia vista da lontano, attraverso i post di FB, I Tweet, i titoli dei giornali dà l'impressione di essere in fermento, ma purtroppo tutto questo fermento spesso si smonta, si sgretola, si disfa di fronte alla realizzazione di qualcosa di concreto. Convegni, incontri pubblici, dichiarazioni d'intenti: tante parole per mettere d'accordo tante teste, e poi? La montagna, troppo spesso, partorisce un topolino. E questo perché? Immaginiamo le risposte: la burocrazia che mette i bastoni tra le ruote, i fondi che sono sempre insufficienti, la stanchezza che assale quando a tanto lavoro di cesello non c'è una risposta "politica" chiara e netta, capace di sostenere le idee più brillanti. Noi, avendoci ragionato un po' su, aggiungeremmo un "però". Però capita troppo spesso che ognuno pensi che la propria idea, la propria opinione, sia la migliore, quella che tutti dovrebbero abbracciare senza remore e senza tentennamenti. E pochi sono disposti a cedere un metro di terreno, senza capire che se non siamo capaci di fare rete, di coalizzarci per trovare soluzioni che migliorino la nostra vita sociale e non solo il nostro orgoglio personale continueremo a correre il rischio di sentirci dire da uno straniero qualunque: "Italiani bla bla bla"